Tunisia
Moderatori: Paolo Russo, Domenico Capua, Walter Renda, Agatino Reitano, Gabriele Macrì
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Re: Tunisia
Riprendo con i Cerithium.
So bene che che queste immagini non sono inedite, ma il mio intento è anche quello di ricreare una sorta di archivio per sostituire quello del Forum precedente, andato perduto.
Cerithium repandum. Isola di Djerba
So bene che che queste immagini non sono inedite, ma il mio intento è anche quello di ricreare una sorta di archivio per sostituire quello del Forum precedente, andato perduto.
Cerithium repandum. Isola di Djerba
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Re: Tunisia
Ecco un altro esemplare di C.repandum, stravisto, ma dalla colorazione eccezionale, da Djerba
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Re: Tunisia
Altro esemplare ci C. repandum, da Kerkennah
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Re: Tunisia
Un' altra colorazione tipica della zona sempre C. repandum
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Re: Tunisia
Cerithium scabridum, a Djerba si possono trovare esemplari di 3 cm ed oltre.
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Re: Tunisia
Cerithium lividulum albino, decisamente poco frequente
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Re: Tunisia
Altro esemplare di C. lividulum albino
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Re: Tunisia
Il C. vulgatum la cui presenza nel Golfo di Gabes è stata messa in dubbio da alcuni ricercatori tunisini, è presente a Djerba.
Ecco la prima coppia
Ecco la prima coppia
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Re: Tunisia
Scusa se divago con un'altra domanda. Ma recentemente non era uscita una pubblicazione in cui si asseriva che il Cerithium vulgatum non è presente nelle coste tunisine?
Ciao
Walter
Walter
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Re: Tunisia
evidentemente c'è e mi pare anche in buona salute
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Re: Tunisia
Questo dimostra quanto possa essere difficile una ricerca sul campo.
Vi assicuro che non è stato facile trovarli!
Paolo
Vi assicuro che non è stato facile trovarli!
Paolo
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Re: Tunisia
ciao, una domanda molto molto stupida: quali sono le principali differenze tra vulgatum e repandum?
Mauro
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Re: Tunisia
Mauro, non è affatto una domanda stupida!
A parte l'aspetto generale più snello (generalmente) una certa diversità del peristoma ed il pattern un metodo per distinguerli sta nel conteggio delle corde spirale.
Se tu per riferimento prendi il penultimo giro noterai che il vulgatum possiede 30/32 corde mentre il repandum 18/21.
Paolo
A parte l'aspetto generale più snello (generalmente) una certa diversità del peristoma ed il pattern un metodo per distinguerli sta nel conteggio delle corde spirale.
Se tu per riferimento prendi il penultimo giro noterai che il vulgatum possiede 30/32 corde mentre il repandum 18/21.
Paolo
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Re: Tunisia
Ciao Paolo,anch'io voglio farti delle domande.Hai detto a riguardo dei vulgatum che non é stato facile trovarli,perché rispetto ad altri cerizi possono vivere in ambiente differente? Perché una specie molto comune e diffuso come il vulgatum può risultare assai poco frequente sulle coste tunisine,é legato a l'alimentazione o al tipo di fondale?
Luigi
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Re: Tunisia
Ciao Luigi
intendo benvenuto nel nostro Forum.
Riguardo alla tua domanda posso solo fare delle ipotesi.
Per poter capire il senso di quanto avviene nel Golfo di Gabès serviranno ben altri studi.
Diciamo che in quei luoghi il C. repandum vive a profondità minori, probabilmente è risultato vincente nei confronti del vulgatum che io ho reperito a circa 2 mt di profondità.
Quindi una batimetria molto maggiore rispetto al congenerico che si trova da 0 a pochi cm d'acqua.
Inoltre, data la scarsa frequenza, non si può escludere che quella da me "scoperta" sia una popolazione relitta e probabilmente destinata a scomparire.
Lo studio fatto recentemente da ricercatori tunisini metteva decisamente in dubbio la presenza del vulgatum nel Gabès e poichè non posso non pensare che le ricerche siano state fatte a tappeto (giocavano in casa!) si può senz'altro ritenere che il vulgatum sia raro ed in recessione.
Ribadisco che questa è solo una mia ispotesi, anche se frutto di anni di ricerche.
Paolo
intendo benvenuto nel nostro Forum.
Riguardo alla tua domanda posso solo fare delle ipotesi.
Per poter capire il senso di quanto avviene nel Golfo di Gabès serviranno ben altri studi.
Diciamo che in quei luoghi il C. repandum vive a profondità minori, probabilmente è risultato vincente nei confronti del vulgatum che io ho reperito a circa 2 mt di profondità.
Quindi una batimetria molto maggiore rispetto al congenerico che si trova da 0 a pochi cm d'acqua.
Inoltre, data la scarsa frequenza, non si può escludere che quella da me "scoperta" sia una popolazione relitta e probabilmente destinata a scomparire.
Lo studio fatto recentemente da ricercatori tunisini metteva decisamente in dubbio la presenza del vulgatum nel Gabès e poichè non posso non pensare che le ricerche siano state fatte a tappeto (giocavano in casa!) si può senz'altro ritenere che il vulgatum sia raro ed in recessione.
Ribadisco che questa è solo una mia ispotesi, anche se frutto di anni di ricerche.
Paolo
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Re: Tunisia
Luigi
nello scrivere ho dimenticato di chiarire una cosa importante.
Oltre al fatto della batimetria, posso dire che repandum vive su fondali fangosi con rara zostera, mentre vulgatum l'ho reperito su chiari si sabbia mista a fango, tra Posidonia.
Questo per completare la mia risposta.
Paolo
nello scrivere ho dimenticato di chiarire una cosa importante.
Oltre al fatto della batimetria, posso dire che repandum vive su fondali fangosi con rara zostera, mentre vulgatum l'ho reperito su chiari si sabbia mista a fango, tra Posidonia.
Questo per completare la mia risposta.
Paolo
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Re: Tunisia
Grazie Paolo,
ecco,di questo non ne ero a conoscenza.Interessante di come una specie ad ampio successo evolutivo come il vulgatum può,in circostanze diciamo naturali,regredire drasticamente sino a scomparire del tutto,capire poi le cause e il tempo intercorso perché ciò avvenga,risulta ancor più complicato e difficile,se non impossibile.Certamente serviranno studi mirati e ricerche più approfondite.Mi domando,a questo punto,cosa potrà mai preservare in futuro le specie più vulnerabili.
Luigi
ecco,di questo non ne ero a conoscenza.Interessante di come una specie ad ampio successo evolutivo come il vulgatum può,in circostanze diciamo naturali,regredire drasticamente sino a scomparire del tutto,capire poi le cause e il tempo intercorso perché ciò avvenga,risulta ancor più complicato e difficile,se non impossibile.Certamente serviranno studi mirati e ricerche più approfondite.Mi domando,a questo punto,cosa potrà mai preservare in futuro le specie più vulnerabili.
Luigi